1796 01 26 BODONI AZARA

Sommario

S. l. [Parma], 1 de febrero de 1796 [debe ser anterior, del 26 de enero de 1796]. De Giambattista Bodoni [Parma] a José Nicolás de Azara [Roma].

Bodoni se disculpa ante Azara por el retraso de su respuesta, ocasionado por unas molestias que sufre a causa de un accidente con una uva que le penetró en la nariz. Le confirma el envío a Verona de los ejemplares del Poème de Bernis para la familia real francesa, le comunica que ya está preparada otra caja para Roma y que la encuadernación de sus copias se retrasa porque en Parma dificultan el avance de sus ediciones y le promete la cuenta de todo para cuando concluya el encargo. Acusa recibo del retrato de Bernis, que estampará e incluirá en las ediciones del Poème, denuncia la farsantería del abate Dal Fiume y, por último, informa sobre la salud y estudios del joven Santa Croce.

Transcrizione

1 febraio 1796a.

L’ultima volta che ebbi l’onore di scrivere a Vostra Eccellenza fu sotto il 29 dello scorso mese ed anno. Ed avea in pensiere di proseguire a rispondere anche all’ossequiosissima Sua lettera del 23 dicembre, ma nol feci a motivo di una noiosa distillazione agli occhi, cagionatami da un acino d’uva, casualmente dalle fauci penetratomi nel naso già da molteb settimana [sic]. Ed ho la sfortuna di non averlo ancora potuto ricacciar fuori né adietro, nonostante i molti starnuti e tutti gli sforzi possibili. I periti mi dicono che quest’accidente non può avere conseguenze funeste e che col tempo si macererà quel granellino, o s’impiccolirà ed uscirà dal sito ove ora si ritrova rannicchiato, e che qualche volta m’impedisce lac respirazione da una parte. Questo impensato accidente mi avea sul principio ricolmato l’animo di tetra melanconia e mi fece subito rammentare il caso di Anacreonte, di cui dicesi: acinum astaphidis fauce, animamque interclusisse. Ora però conviene tranquillizzarsi ed aspettare che la natura supplisca all’arte.

Ho mandato a Verona, a nome di Vostra Eccellenzad, una cassetta diretta al Barone di Flagcelande, Offiziale Generale e Consigliere apresso Sua Maestà Cristianaf, cong entro quattro copie del noto Poema, 3 legate all’impostura ed una all’inglese. Mi lusingo che a quest’ora saranno giunte sicure al lor’ destino e che Ella ne abbia a ricevere quanto primah il convenevole riscontro di colà. Ho altresì spedito a Bologna un’altra cassetta, a Lei diretta sino dal 15 del corrente mese, con entro copie, 6 legate all’inglese e 10 all’impostura. E queste devono esseri partite per Roma colk mezzo della diligenza stabilita recentementel dal nuovo Generale delle Poste, Don Alessandro Falconieri. Tengo in pronto altra cassetta consimile di 16 copie, cioèm 4 all’inglese e 12 all’impostura, ma non ho potuto mandarla a Bologna col mezzo del corriere nostro perché è insorta non so qual contestazione, per cui l’ufizio della posta di Parma ha ricusato di mandare colà qualunquem più picciolo piego sino a tanto che siasi sentita da Roma qualche decisione. So che è stato scritto a Vostra Eccellenza su quest’affare e però nulla aggiungo per non tediarLa.

Io sicuramente non cesserò di far proseguire la legatura di tutte le copie che Ella mi ha ordinate. E, se non riuscirò a fargliene sollecitare l’ultimazione, si accerti che tutta la colpa si dee rifondere sulla invidiosa malignità di qualche anima scellerata che tenta tutte le vie per porre degli obici al riuscimento delle mie intraprese ed a renderne più lente le mie edizioni. Per raggiro di qualche briccone impiegato in queste Reali Finanze,  questo Stato trovasi sproveduto di quasi tutte le qualità di carta, e gli stracci si sono mandati in natura a Genova ed a Livorno. Il più abile e raron follatore cheo abbian qui è venuto a discolparsi e disimpegnarsip se non può eseguire nella prossima primavera le ordinazioni mie e della Reale Stamperia per non avere stracci. Io penso di licenziare otto o dieci lavoranti e questiq ricorreranno sicuramente al Principe. Allora si proceda legalmente contro i colpevoli.

Non voglio aggiungerr altro su questa iniqua cabala furfantesca perché debbo valermi del mezzo della posta per fargli pervenire il presente mio foglio.

Ho ricevuto il ritratto del Cardinale de Bernis, che ho fatto aggiungere alla edizione. Quantunque sia incisos mediocremente, pure può avere qualche pregio per la molta rassomiglianza e pei versi appostivi. Ne ho fatto preparare delle copie sciolte, che gli manderò col corriere di Spagna o di Torino acciò Ella le possa distribuire a’ Suoi amici.

Quel buon cristiano del Prete cui diedit una mia letterau per Vostra Eccellenza è un sollenne capo d’opera in farsanteria. Tardi mi sono avveduto che egli mi ha corbellato. Egli ripassòv per Parma sul fine dello scorso mesex, ma non si è lasciato da me vedere. Ma per oggi non voglio parlare di costui: il farò in altra lettera che possa spedire pel mezzo de’ corrieri ispani.

Tutti li 16 ovati corregieschi sono incisi ed aspetto il momento favorevole per esporgli alla di Lei penetrazione e giudizioy, e solamente desidero che Vostra Eccellenza non li lasci uscire dalle Sue mani né permetta diz copiarleaa abb chicchessia, perché me ne potrebbe venire uncc danno non indifferente.

Quando avrò finito di fare tutta la spedizione de’ Suoi libri, allora Le farò avere il conto totaledd.

Io sono andatoee a questo Reale Ducale Collegio per vedere il Signor Don Luigi Santacroce e lo ritrovai in ottima salute. Né ho mancato d’interrogarlo se era contento del soggiorno parmese e del Collegio, e mi rispose che era contentissimo. L’Abate Desprotti mi asicura che ha grande ingegno e che approfitta assai; e sento che sia principe dell’Accademia letterariaff stabilita nel detto Collegio. Io le ho esibito tutto ciò che può da me dipendere e lo farò di buon grado tutte le volte che se ne voglia prevalere. Si accerti Vostra Eccellenza che tanto il Rettore, che è il vecchio Abate Bevilacqua, quanto l’Accademico Desprottigg hanno una premura grande perhh l’educazioneii scientifica e letteraria del prelodato Signor Don Luigi.

[G. B. Bodoni].

 

a Antes de la fecha anota, en la parte superior izquierda, el destinatario: Azara     b Había escrito qualche y corrige. Olvida, en cambio, corregir la concordancia de settimana en settimane     c Antes de la cancela un poco     d a nome di Vostra Eccellenza añadido entre líneas.     e Había escrito consilier y corrige.     f Había escrito S.M.C. y corrige S.M.X.     g Antes de con cancela a Verona     h quanto prima añadido entre líneas.     i devono esser añadido entre líneas sobre sono cancelado.     k Había escrito per y corrige.     l Había empezado a escribir d y corrige.     m Había escrito c’è y corrige.     n più abile e raro añadido entre líneas sobre mio cancelado.     o Había escrito è y corrige.     p e disimpegnarsi añadido entre líneas.     q Antes de questi cancela così     r Había escrito parlar y corrige.     s inciso añadido entre líneas sobre eseguito cancelado.     t cui diedi añadido entre líneas sobre bolognese a cui ho dato cancelado.     u Había empezado a escribir cor y corrige.     v Había escrito è ripassato y corrige en egli ripassò     x sul fine dello scorso mese añadido entre líneas.     y Antes de giudizio cancela di quanti conoscitori possano ritrovarsi in Roma e     z prometta di añadido entre líneas sobre li lasci cancelado.     aa Había escrito copiare y corrige.     bb Había escrito da y corrige.     cc un añadido entre líneas sobre gran cancelado.     dd Quando... totale aislado en un recuadro. Aunque no propiamente cancelado, es probable que este enunciado no se incluyese en la carta enviada.     ee Entre líneas, sobre andato, había escrito <…> 8 –probablemente una anotación relativa a la imprenta y previa al uso del folio para la redacción de la carta– y no cancela.     ff Había empezado a escribir stabi y corrige.     gg Antes de desprotti cancela che è il predetto [corregido sobre Signor] Signor     hh Había escrito pel y corrige.     ii Antes de l’educazione cancela Signor Don Luigi, acciò riesca

 

[6] Cf. 1795-XII-05. 80 copias del Bernis 1795a, además de 30 ejemplares delBernis 1795b, como se confirma en 1796-I-09.

Note al testo

Dati documentali e bibliografici

Note

Pese a la fecha que encabeza la minuta, esta carta debió de enviarse el martes 26 de enero de 1796, lo que justifica, además, referencias de Bodoni como «il 29 dello scorso mese ed anno» [la cursiva es mía] en alusión al correo para José Nicolás de Azara del 29 de diciembre de 1795. Véanse más detalles en la respuesta de Azara de 1796-II-03 (contestación imposible, considerando los tiempos de postas, si la presente fuese en efecto del 1 de febrero).

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