1793 12 04 DIOSDADO BODONI

Sommario

4 dicembre 1793.

Da Raimundo Diosdado Caballero [Roma] a Giambattista Bodoni [Parma].

Gli invia una delle sue opere riguardante la tipografia spagnola, De prima typographiæ  hyspanicæ ætate specimen, dove include il nome di Bodoni. Commenta la sorpresa che gli ha provocato il prospetto della nuova edizione dei quattro poeti italiani e sprona lo stampatore a produrre libri spagnoli, facendogli varie proposte concrete a riguardo.

Transcrizione

Illustrissimo Signor Padrone Colendissimo,

Roma, decembre 4 del 93.

Ho l’onore di mandarvi questa mia operetta propria della professione vostra e del vostro titolo di Typografo spagnolo. In essa, al numero romano XVII, facio menzione del vostro merito, benché non con quella magnifica expressione che misi nel primo essempio e che non volle permettere il censore. Spero bene dalla vostra gentilezza che accettarete graziosamente questo piccol dono di un’ammiratore del vostro singular merito.

Ho veduto il vostro avviso a’a bibliofili intorno all’edizione de’ 4 poeti, Dante, ecc. Grande in vero ed assai bella cosa, ma troppo malinconica per chi riflette quel vostro annunzio que queste edizionib probabilmente chiuderanno la vostra typografica carriera. Chi mediocremente stimatore sia della bellezza typografica si dorrà che vogliate così di buon’ora privare il mondo dell’eccelenza delle vostre produzzioni. Noi altri spagnoli abbiamo maggior motivo di dolore, pottendo aspettare uscisse da’ vostri torchi qualch’opera di alcun nazionale nostro, per dimostrare al Sovrano di Spagna ed a tutta la Nazione quanto apprezzate gli onori compartitivi. Vi licenziate così presto del mondo letterario!

Non sonoc buono per dare un consiglio, ma, se mi trovassi nel caso vostro, intraprenderei la stampa di qualche autore spagnolo. Un corpus poetarum de varii spagnoli chi scrissero egregiamente in verso latino, come Ruiz Villegas, Stella Calvete, Ramírez, Aria Montano, Tribaldos, Verzosa, Mariner, ecc., sarebbe un progetto degno, ma forse troppo vario. Basterebbero le sole poesie latine di Aria Montano sparse qua e là in diversi suoi trattati, la sua eccelente Retorica e l’odi e salmi per fare una cosa grande. Forse piacerebbero più l’opere di Giovanni Verzosa, eccelente poeta latino aragonese, di cui abbiamo l’epistole le più somiglianti, per quanto io sappia, a quelle di Orazio, e moltissimi epigrammi sparsi qua e là, cose tutte rare, ma di cui posso dar notizia con altre operette, e la raccolta insieme di un gran numero di epigrammi in lode di Carina, de’d quali debbe avere copia il molto erudito cavaliere Azara, patrioto di detto poeta.

Sopra tutto, io metterei mano, per essere più a seconda del genio degli spagnoli a la stampa dell’opere di Bernardo Balbuena, poeta maraviglioso, di cui abbiamo diverse produzioni già rarissime d’squisitissimo [sic] gusto, come il poema epico intitolato il Bernardo, ovvero Derrota de Roncesvalles, per cui la Spagna non ha perché invidiare nessuna altra nazione, ed altre, di cui potete prender cognizione dal signor abate Gian Francesco Masdeu nelle Poesie di 22 autori spagnoli, ecc., che publicò in Roma, 1786, da’ torchi del Salvioni. La stampa bodoniana così magnifica ed elegante di questo autore sarebbe un gran servizio, per non dire adulazione, che potrebbe farsi alla nazione spagnola e la maggior testimonianza dell’attacamento vostro per essa.

A dir il vero, la satmpa de 4 poeti italiani, benché sia un gran servigio per l’Italia, pare che piutosto sia un oggetto indiferente per gli spagnoli, poco ammaestrati nelle dilicatezze dell’ linguaggio italiano, principalmente poetico. Per il contrario, la stampa dell’autore spagnolo interessarebbe tutta la Nazione, e restarebbe la medesima convinta come il divino typografo Bodoni pretendeva lasciare per mezzo di essa a viventi ed a posteri un monumento luminosissimo che attesti la munificenza del Monarca spagnolo.

Si potrebbe aggettare che la stampa del Balbuena –la più cara e desiderata dagli spagnoli e la più utile per lo stampatore– non puol essere introdotta in Spagna. Ma voi, Signore, siete typografo spagnolo, onde la proibizione non vi coglie, oltradicché la straordinaria nobiltà della vostra stampa renderà facile la licenza del governo per questa giustissima eccezione verso di voi.

Vi domando scusa del mio suggerimento, procedente del grande desiderio che autentico di che la Nazione spagnola goda per se qualche magnifico monumento dell’inarrivabile eccellenza bodoniana, essendo prontisimo per aiutare in quella parte che mi credete suficiente.

Dispostisimo a vostri pregiatisimi commandi, sono divotisimo e parzialisimo ammiratore e servitoree del Signor Bodoni,

Raimondo Diosdado.

P. S. Vi prego, signor Bodoni, di mandare una delle copie insieme colla lettera a don Emanuele Gil, spagnolo.

Illustrissimo Signor Signor Gian Battista Bodoni.


Escribe a bibliofili          Había escrito questa edizione y corrige.          Me parece leer con claridad sano          Escribe de quali          Había escrito servidore y corrige.

Note al testo

Dati documentali e bibliografici

  • Ubicazione

    Parma, Biblioteca Palatina, Archivio Bodoni, Lettere ricevute, C. 39.

  • Descrizione

    Bifoglio di 210 × 155 mm. Lettera autografa.

  • Edizione

    Pedro M. Cátedra

    Revisione

    Alberta Pettoello

  • Bibliografia specifica

    Cátedra 2013a, 120-125; Cátedra 2015b, ***.

    Altra bibliografia citata Brooks 1927; Diosdado 1793; Diosdado 1797; Masdeu 1786;
  • Citazione
    Lettera da Raimundo Diosdado Caballero a Giambattista Bodoni del 1793-12-04, ed. Pedro M. Cátedra, nella Biblioteca Bodoni [<http://522979.jduqw4qv.asia/it/lettera/1793-12-04-diosdado-bodoni> Richiesta: 28/nov/2024].
    Cita questo documento

Note

A questa lettera rispose Bodoni poco dopo. Conserviamo uno scritto provvisorio di un prospetto della edizione di classici neolatini che forse è relazionato con una delle proposte che Diosdado Caballero fa in questa lettera indirizzata a Bodoni.

Scannerizzazioni degli originali

Prendere visione del documento originale nella teca della Biblioteca Palatina.