1780 12 14 AZARA BODONI

Resumen

Roma, 14 de diciembre de 1780.

De José Nicolás de Azara [Roma] a Giambattista Bodoni [Parma].

Azara acusa recibo de dos copias de las Opere de Mengs y de unos manifiestos de su publicación que distribuirá por Roma. Se alegra de la amistad entre Bodoni y Magallón, transmite la satisfacción de Milizia con las pruebas de su libro Memorie degli architetti y adjunta una carta de este al tipógrafo. Reflexiona sobre la intensidad cromática de la pintura de Mengs y manda saludos para la marquesa Anna Malaspina y para Paciaudi.

Transcripción

Roma, 14 decembre 1780.

Amico e padrone stimatissimo,

I corrieri vengono così alla roverscia ch’el ultimo arrivò con cuatro giorni di ritardo. Esso nonostante, mi portò la lettera riverita di Vostra Signoria Illustrissima dei 3 corrente, con i due esemplari della nostra opera e i manifesti. Di tutto La ringrazio, aspetando la continuazione dei Sui [sic] favori.

Mi ralegro infinito che Lei abbia trovato nel mio Magallón l’uomo compito ch’io Le avevo predeto. Più Lei lo tratarà e più Lei scoprerà novo merito en lui.

Ho communicato al Signore Milizia le pruobe del sesto e caratere per suo libro, e non solamente l’aproba, ma ne è restato encantatoa. Ciò supposto, Lei puole meter mano all’opera e spedirla con la velocità che desideriamo. Il Signore Milizia, che se trova qui presente, fa a Lei mille e mille complimenti e gli scribe l’annesa lettera con il desiderio di essere conosciuto diretamente da Lei.

Non ho trovato fra le carte di Mengs né imparai mentre lui viveva nessuna riceta per rendere i colori più lucidi; né credo che ci sia. La lucideza del suo colorito proviene dal tono e dall’armoniab che lui gli dava. Non adoprava che terre e cose semplici: per il nero usuva [sic] costantemente l’avorio bruciato, secon[do] l’invenzione di Apelle. Quando poi dipinceac con fretta e volea che l’oglio secase presto, lo facea cocere e, per dargli più intensità, si voliva un po’ di litargio o piombo calginato. È incredivile il grado did secante che questo da al’oglio.

Sono ben sensibile alla memoria che la Signora Marchesa Malaspina conserva di me e prego Lei, quando n’havrà l’occasione, di ricordar i miei più distinti rispeti a codesta dama, ringraziandola della sua bontà e asicurand[ol]a nel tempo istesso di che non mi scorderò in vita mia del buono quanto disgraziato nostro commune amico Felino.

Desidero che l’amico Paciaulie si sia rimesso del suo rifredore. Lo saluto teneramente.

Non ocorre niente altro per oggi. E così mi rasegno di Lei al solito Suo vero amico e servitore,

Azara.

 

a Había escrito incantato y corrige.     b Había escrito dalla y corrige.     c Había escrito dipencea y corrige.     d Había escrito de y corrige.     e Error del copista por Paciaudi

Notas al texto

Datos documentales y bibliográficos

Digitalizaciones de los originales