1805 06 07 LANDRIANI BODONI

Sommario

7 luglio 1805.

Da Luigi Landriani [Corlo] a Giambattista Bodoni [Parma].

Landriani ringrazia Bodoni per la pubblicazione del suo Olimpia e la sua sposa per avergli regalato la opera di Thomson, della quale ha tradotto alcune parti, e predispone galantemente Bodoni affinché pubblichi questa traduzione.

Libri correlati

Transcrizione

­­Signor Bodoni, rispettabile e degno amico.

Corlo, li 7 giugno 1805.

L’uomo di lettere, il filosofo non deve, non può essere ingrato. Tale sarei se dopo i pensieri vi siete dati per abbellire la mia Olimpia e renderla immortale co’ vostri elegantissimi tipi non vi dessi almeno in parole sensi della più viva rispettosa gratitudine. Piaciavi accettarli, quantunque troppo tenue compenso del molto che vi devo. Voi siete troppo grande, troppo generoso per non appagarvi di sì picol tributo, tributo che parte da un cuore che è tutto vostro.

Il prezioso regalo che mi fece la vostra amabile Signora della bella edizione di Thomson è stato cagione d’essermi invogliato di tradurne alcuni stralci, segnatamente l’Inno, malgrado l’aver sott’occhio la bella traduzione di codesto valoroso Signore Abbate Mazza. Io non pretendo né di aver fatto meglio, né di garreggiare con sì valente scrittore, ma anch’io, bene o male, so dipingere. Le tavole del Correggio, di Tiziano, ecc., non da uno, ma da mille sono state copiate. Posso anch’io, dunque,  far lo stesso a fronte d’altri. Ma dopo averne fatta la fatica, come si danno in luce se il mio dio tutellare Bodoni non fa imprimere quest’opuscolo? So che siete immerso in cose grandi che por[r]anno il colmo alla vostra gloria. Comprendo che in questo momento è forse temerità il suddetto mio desiderio. Ma se il desiderare è peccato –parlo delle cose innocenti– niuno è da colpa esento. Ah, se questo mio desierio si volesse da voi realizzare, quanto vi sarei tenuto!

Aggiungo che sareste quasi in obbligo di coscienza di farlo. E perché la vostra Signora mi ha regalato il Thomson? Perché com’Eva mettermi in tentazione? E s’ho peccato per sua colpa, perché non coprire il mio fallo, e renderlo men grave coll’impression vostra? Corto, posso sperar da voi questa grazia? Imploro il padrocinio di Madama Bodoni; e se l’infortunioa della mia gamba, che tuttavia mi obbliga di stare in riguardo non fosse un ottacolob, volerei costì per ottenerlo.

Mai ho saputo se vi giugnesse il Bocaccio del Manelli. Piaciavi con vostro comodo di dirmelo.

Presentate i miei rispetti alla vostra Signora. Persuadetevi che avete me pure fra vostri ammiratori, ma forse nessuno che più vi stimi e vi ami del vostro servitore

Landriani.


a Antes de infortunio cancela il mio     b non fosse un ottacolo añadido entre líneas.

Note al testo

Dati documentali e bibliografici

  • Ubicazione

    Parma, Biblioteca Palatina, Archivio Bodoni, Lettere ricevute, C. 43.

  • Descrizione

    Bifoglio di due pagine. Lettera autografa.

  • Edizione

    Pedro M. Cátedra

  • Altra bibliografia citata Olimpia 1805; Thomson 1794;
  • Citazione
    Lettera da Luigi Landriani a Giambattista Bodoni del 1805-06-07, ed. Pedro M. Cátedra, nella Biblioteca Bodoni [<http://522979.jduqw4qv.asia/it/lettera/1805-06-07-landriani-bodoni> Richiesta: 28/nov/2024].
    Cita questo documento

Scannerizzazioni degli originali