1804 09 18 ADORNI BODONI
Sommario
18 de septiembre de 1804.
Da Giuseppe Adorni [San Vitale di Baganza] a Giambattista Bodoni [Parma].
Adorni comunica a Bodoni che ha tradotto quaranta delle settanta favole di Tomás de Iriarte, che sono quelle che considera migliori e più in sintonia con il gusto italiano, oltre a poter apportare qualcosa di originale al panorama della favolistica moderna in Italia. Gli esprime il suo parere anche sulla convenienza dell’incorporazione del testo originale spagnolo nell’edizione.
Transcrizione
Gentilissimo e prestantissimo Signor Bodoni,
Dopo che ebbi da Lei, quando fui a riverirLa nella mia ultima venuta a Parma, l’autorevole incoraggimento di tirar avanti la traduzione delle Favole letterarie del celebre spagnuolo Don Tommaso d’Yriarte, io mi ci son messo attorno con tutto l’impegno. Settanta sono le originali, e le tradotte da me quaranta, alle quali nient’altro manca per essere impresse fuorché la revisione ed approvazione di chi suol avere nelle cose mie tutta la mia confidenza. Io seguito a tradurre le restanti; ma ancorché le traducessi tutte –e il posso far anche dentro breve tempo, scevro come sono da qualsivoglia legame–, non tutte assolutamente si dovrebbero stampare, perché alcune non incontrerebbero presso noi. E siccome sarebbe mio avviso che si ponesse l’originale a fronte della traduzione –avviso, però, che io sottometto onninamente al volere, piacere e gusto squisito di Lei–, così sarebbe bene il far come una scelta delle più belle di esse per non rendere il libro di molta mole.
Coteste Favole, che hanno carattere deciso di originalità, debbono piacere alla nostra Italia. Oltre che parmi ancora che racchiudano in se quei pregi tutti che dall’elegantissimo Roberti sono accennati nell’erudito discorso che premette alle sue, tranne quello di una locuzione spesso prosaica. Ed io confesso ingenuamente che vi ho durata non poca fatica nel donar loro più poetica dicitura. Il qual difetto ho pure notato, se mal non conosco la lingua dell’autore, nel suo per altro bellissimo poema della musica.
Ma io non debbo trattenerLa più a lungo. Ella ha inteso come sta la cosa. Ella stenda fin dove Le piace il suo impegno. Io farò di tutto per non mancare a me medesimo, ed a Lei.
Profitto di quest’incontro per presentarLe alcuni de’ pochi frutti che offrono questi colli. Ella di grazia mi condoni l’ardire, e la bontà e larghezza del Suo cuore supplisca alla tenuità del dono e del donatore.
Io La prego de’ miei distinti rispetti alla degnissima Sua Signora Consorte, ed al colto e ingegnoso Signore Dottore Jacobacci la prima volta ch’Ella lo vegga.
La prego in fine, quanto mai so e posso, a non prendersi veruna pena di rispondermi. Io sarei addoloratissimo s’Ella per me perdesse uno di que’ preziosi momenta ch’Ella consacra all’immortalità del Suo nome e al decoro e vantaggio di tutto il mondo.
Io ho l’onore di protestarmi colla più alta stima e profonda considerazione di Lei, gentilissimo e prestantissimo Signore Bodoni,
San Vitale di Baganza, 18 settembre 1804
umilissimo, devotissimo servo ed ammiratore,
Giuseppe Adorni.
Note al testo
Dati documentali e bibliografici
- Ubicazione
Parma, Biblioteca Palatina, Archivio Bodoni, Lettere ricevute, C. 25.
- Descrizione
Bifoglio di due pagine di 238 × 180 mm. Lettera autografa.
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Edizione
Pedro M. Cátedra
- Altre edizioni
Farinelli 2006, 71-73.
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Bibliografia specifica Carnero & Cátedra 2015, ***.
- ©
Biblioteca Bodoni, Biblioteca Palatina di Parma (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Italia) & Pedro M. Cátedra.
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Citazione
Lettera da Giuseppe Adorni a Giambattista Bodoni del 1804-09-18, ed. Pedro M. Cátedra, nella Biblioteca Bodoni [<http://522979.jduqw4qv.asia/it/lettera/1804-09-18-adorni-bodoni> Richiesta: 01/dic/2024].Cita questo documento