1780 07 27 AZARA BODONI

Roma, 27 de julio de 1780.

De José Nicolás de Azara [Roma] a Giambattista Bodoni [Parma].

Azara devuelve a Bodoni pruebas corregidas de las Opere de Mengs y adjunta algunos cuadernos del manuscrito, prometiendo el resto cuando mejore su salud. Agradece al tipógrafo el envío de la comedia Trinummus M. Accii Plauti fabula y matiza el comentario sobre los versos de Juan de Mena que aparece en el prólogo de esta.

Roma, 27 gluglio 1780.

Amico e padrone stimatissimo,

Rimando i fogli correti, sopra di che non ho niente altro de dire, poiché mi pare di aver scrito a Vostra Signoria Illustrissima che acommodasse l’avertimento alla meglio, dandogli in questo piena libertà.

Oggi accludo alcuni quinterni ed il resto lo manderò subbito che la mia salute mi permeta di finirlo, poiché in tutta questa settimana non mi è stato possibile far niente a causa di una orribile flusione^a ed infiamazione che mi ha resso il viso monstruoso.

La ringrazio della comedia plautina. He [sic] ho leto in questo momento il prologo ed ho osservato con piacere l’onore che^b si fa al nostro poeta Juan de Mena. Con licenza però di cotesti Signori Academici, Li dico che non hanno capito bene il mecanismo dei nostri versi di dodici silabe, poiché la grazia loro non consiste tanto nel numero di dette silabe quanto nella cesura che rigorosamente debbono avere alla metà del verso; di modo che questa debbe cadere doppo le sei prime silabe, dividendo il verso in numeri pari. Ecco nel’esempio: Al mui prepotente / Don Juan el Segundo.

Basta di versi. Resto alla Sua disposizione e mi rassegno Suo buon amico e servitore,

Azara.

 ^a Había escrito  fluxione y corrige.     ^b Había escrito q y corrige.