1802 02 08 AZARA BODONI

Sommario

Amiens, 8 de febrero de 1802.

De José Nicolás de Azara [Amiens] a Giambattista Bodoni [Parma].

Azara informa a Bodoni sobre un achaque de salud que padeció antes de viajar a Amiens y le comunica también que Saint-Méry le participó el robo sufrido en su apartamento de Parma, cuyo botín se recuperó en parte. Le recomienda coraje y no aferrarse a lo material, sino al valor de la salud y al apoyo de los amigos. Se queja por su falta de cultivo intelectual, notifica que en Amiens se hallan en el centro de las negociaciones de paz y transmite a Bodoni esperanza ante la situación presente del Ducado.

Transcrizione

Amiens, 8 febraio 1802.

Dal fondo della Picardia vi scrivo, caro amico, per dirvi che vivo, se la vita che facio si puole chiamare tale. Sono stato alcuni mesi assaia cagionevole di salute e poi fece una crisi il male, con una infiumazione alla vesica e orinando sangue e molti altri simtomi. La cosa diede che pensare [a]i fisici, ma, a forza di bagni ed altri aiuti, me ne sono liberato. Sono stato però circa un mese al letto e per venire ad Amiens bisognò agiustarmi un letto in carrozzab. Qui non mi aspettava certo verun riposso, come v’immaginarete dalla natura della commissione.

L’amico Moreau mi ha informato dettagliatamente del furto che avete sofferto e potete ben credere la pena che nec ho provata. Se fosse stato fatto a me, non sarebbe stato tanto sensibile. Bisogna però, amico, coraggio e non avilirsi per la perdita degli interessi, che questi si ricuperano, ma la [sa]lute tardi e male. E poi, Voi avete troppa filosofia nella testa per avere bisogno de consigli. Avete anche degli amici, che saprano venire in Vostro aiuto in caso necessario. Moreau mi dice che una picola parte del furto era stata già ritrovata, e Dio facia che seguiti il resto. E non vi suceda ciò che alla Principessa Santacroce che, dopo scoperti i ladri, confessi e puniti a questa moda e trovato il furto integro, non ha avuto niente; anzi ci sta per le spesse in somma non indifferente.

Io, da che sono diventato barbaro, non so cosa siano libri né lettura, né manco ho con me altro che il mio Orazio.

Siammo nel forte delle conferenze, cioè delle dispute, e siamo tutti gente di cervice dura. Ma, contuttociò, in fine bisognerà che ci accordiamo. Per me sarà una gloria particolare non avere mai contribuito alla guerra e di avere negoziata e sottoscrita la pace.

Costì vi siete allarmati mal a proposito e credute le ciarle popolari. Bisogna un poco più di flemma. È certo che la situazione non è agradevole, ma cid vuole anche qui coragio e speranza.

Non ho tempo né forza per dilungarmi di più.

Sono e sarò eternamente Vostro amico,

Azarae.

 

a Había escrito essai y corrige.     b Había reiterado in y corrige.     c Había escrito è y corrige.     d ci añadido entre líneas.     e A pie de página anota el destinatario: Monsieur Bodoni 

Note al testo

Dati documentali e bibliografici

  • Ubicazione

    Parma, BP, Archivio Bodoni, Lettere ricevute, C. 29, 133.

  • Descrizione

    Pliego de 2 h. de 223 × 180 mm. Autógrafa.

  • Edizione

    Noelia López Souto

  • Altre edizioni

    Ciavarella 1979, II, 175-176

  • Altra bibliografia citata Horatius 1791; Ozanam 1998;
  • Citazione
    Lettera da José Nicolás de Azara a Giambattista Bodoni del 1802-02-08, ed. Noelia López Souto, nella Biblioteca Bodoni [<http://522979.jduqw4qv.asia/it/lettera/1802-02-08-azara-bodoni?id=804> Richiesta: 05/dic/2024].
    Cita questo documento

Scannerizzazioni degli originali