1800 02 27 BODONI AZARA

Sommario

S. l. [Parma], 27 de febrero de 1800.

De Giambattista Bodoni [Parma] a José Nicolás de Azara [Barcelona].

Tras abordar cuestiones sobre la delicada recepción de los correos y la ayuda que les presta Ziliani como mediador, Bodoni lamenta la muerte de Valdeparaíso y también que Azara no pueda intervenir en su favor para el pago de las matrices, dada la situación de marginación que vive con el gobierno, aunque confía en que pueda recomendarle a otro porque ese dinero lo necesita para saldar la deuda que mantiene por la compra de unos terrenos. Desprecia las cábalas urdidas contra el diplomático y amigo español, al que aconseja fortaleza de ánimo, e informa también sobre los ataques hacia él que publica Mallet du Pan y que solo serán aplaudidos por jesuitas o algún envidioso obispo. Se alegra de su visita familiar a Barbuñales y de su regreso a Italia en verano, le ofrece su ayuda en lo que pueda serle útil y, por último, le envía saludos de su esposa Margherita, de Ziliani y de otros amigos que lo recuerdan.

Transcrizione

27 febbraio 1800a.

Abbenché siansi tolti già da qualche tempo tutti gli ostacoli che fra i liguri monti e le parmensi pianure frapponevano insuperabil remora ai corrieri ispani per giunger qui, pure l’affettuosa e tenera Sua lettera del 4 dello scorso non pervenne alle mie mani che dopo aver vagato fino a Venezia, di dove fu qui trasmessa intatta e sicura dopob la metà del cadente mese. E poiché Ella mostra vaghezza che io prosiega seco Lei il mio epistolar commercio, non voglio ommettere di contestare alla predetta Sua e valermi del corrieri che domani parte per Madrid. Mi giova supporre che l’ultima mia che Le indirizzai sul finir di gennaio Le sia con ogni esattezza pervenuta, tanto più che il nostro ottimo amico ed onest’uomo Signor Ziliani si è incaricato di mandarla costì ad un suo particolare corrispondente, ch’Ella avrà forse avuto occasione di conoscere personalmente e che Le avrà offerto di servirLa in ogni Sua occorrenza e piacere, a norma degli ordini che gli vennero caldamente ingiunti e raccomandati.

Mi ha funestato non poco l’animo la perdita dell’esimio e splendidissimo Signor Conte Valparaíso, che Dio abbia seco in cielo, perché oltre allo avermi sempre riguardato con parziale benevolenza si era altresì incaricato di perorare per me giunto che fosse a Madrid, per farmi ottenere adeguato compenso alle fatiche e spese da me tollerate nello eseguire le matricic che mi vennero commesse da Sua Eccellenza il Signor Principe della Pace, come già ebbi l’onore di significarLe in altra mia.

Dalla energica patetica descrizione che Ella si è degnata farmi dell’attuale Sua situazione, ben comprendo che non vorrà punto ingerirsi a favor mio ed io me ne dolgo solo coll’aversa fortuna; ma vivo sicuro che, se mai potesse Ella giovarmi col mezzo di qualche autorevole personaggio, non vorrà dinegarmi la Sua valevole assistenza e protezione in quest’affare che tanto m’interessa, perché qualunque sia la somma che io ne possa ottenere in compenso, holla destinata unitamente ad altro credito di circa 18 mila reali che tengo col libraio Losada di Madrid, ad estinguere ogni debito che ancora mi rimane per esser libero possessore di quanto ho con ragguardevol somma acquistato negli anni addietro e che Ella può disporne a piacer Suo e ad ogni Sua occorrenza.

Sono veramente indegne, inconcepibili ed orrende le cabale alle quali trovasi Vostra Eccellenza già da qualche tempo soggetta. Ma qualunque sia il vento che ora spira ed imperversa, non si lasci turbare l’animo, ma si armi di fortezza e di coraggio. Sume superbiam quaesitam meritis. Le gloriose ed utili legazionid da Lei sostenute in Roma ed in Parigi non imber edax, non aquilo impotens, aut innumerabilis annorum series et fuga temporum potranno cancellarne la luminosa memoria presso i più occulati ed esperti diplomatici di tutte le più colte nazioni. Può ben scrivere e stampare quanto più gli aggrada il prezzolato Mallet du Pan contro Lei, ma soltanto i loioliti maligni e qualche invido porporato applaudiranno ai sarcasmi ed alle menzogne di sì mordace ed arrabbiato folliculario, il quale, sebben pieno di fiele e di malignità, non può fraudarLe le meritate lodi. Ed ecco le precise parole che trovansi in un Suo foglio al numero VI, pagina 478: «Au propos du Portugal, qui renouvellait ses instances, etc.»; «C’est au Chevalier d’Azara qu’il doit cette nouvelle humiliation. C’est ce Ministre dont les talens, le zele, les intrigues, la philosophie, sont vovès aux meurtriers de la maison de Bourbon et aux ennemis de l’Europe. Qui a engagé cette mission, qui a fait partir de Madrid Monsieur de Norunha, a trompé sa crédulité, ou a été trompé lui-même par ses amis les Dire[c]teurs». Vi è qualche altro articolo che La riguarda, ma per oggi mi astengo dal trascriverglielo qui, riserbandomi ad altra occasione di eseguirlo con maggior comodo.

Ella mi dice che deve alla Sua fisica costituzione di non aver patito la menoma alterazione nella Sua salute e di non aver perduto un minuto secondo di sonno, ed io ne sono lieto oltre modo. Ma il poter dire francamente nil conscire sibil [sic], nulla pallescere culpa è anche un gran conforto ed un balsamico ristorativo per un ex-Ministro filosofo, probo ed onorato.

Non posso che commendare la fissata risoluzione di voler Ella passare nell’imminente primavera ad Aragona per rivedere, dopo tanti anni e tante vicende, i Suoi fratelli e congiunti, e dar sesto a’ Suoi domestici affari, per poscia disporsi alla italica peregrinazione, se pure avremo uno stato sufficiente di quiete e di tranquillità. Quand’anche il meditato viaggio a casa Sua fosse già effettuato al giungere in Barcellona questa mia, pure confido che il Signor Campi gliela farà pervenire sin’ dove Ella si troverà soggiornare. E giacché le piace di volermi tenere ragguagliato degli ulteriori Suoi proggetti viatori, La prego di mandar sempre le Sue lettere al predetto amico del Signor Ziliani, che mi perverranno con tutta sicurezza.

Confido altresì che il presente mio foglio, se mai avesse la sfortuna di cadere per viaggio nelle mani di qualche curioso indagatore de’ fatti altrui, dopo di averlo letto e riletto né trovatovi la menoma cosa che possa dare appliglio a trattenerla, avrà la cortese degnazione di darli libero corso, acciò pervenga al suo destino.

Ella si risovenga che può disporre di me come più Le aggrada ed in ognie Sua occorrenza, e creda che io Le sarò attaccatissimo in ogni tempo ed in qualunque fortuna. Gradisca gli ossequi rispettosi del nostro Signor Ziliani, della mia consorte e de’ pochi altri sinceri ed immutabili amici fra quali sif pregerà sempre di essere annoverato chi si protesta ora di tutto cuore,

[G. B. Bodoni].

 

a Antes de la fecha anota el destinatario: Azara     b Había empezado a escribir v y corrige.     c Por seguridad, se oculta la palabra matrici bajo la abreviatura m.     d Había escrito legazione y corrige.     e ogni añadido entre líneas sobre qualunque cancelado.     f Había escrito chi y corrige.

 

Note al testo

Dati documentali e bibliografici

  • Ubicazione

    Parma, BP, Minute G. B. Bodoni, carpeta «Lettere di Bodoni ad Azara con data», nº. 75.

  • Descrizione

    2 h. de 240 × 175 mm. Minuta.

  • Edizione

    Noelia López Souto

  • Altre edizioni

    Ciavarella 1979, II, 152-153.

  • Altra bibliografia citata Agulló y Cobo 1992; López Souto 2018d; López Souto 2019c; Mallet du Pan 1798; Maturi 1934;
  • Citazione
    Lettera da Giambattista Bodoni a José Nicolás de Azara del 1800-02-27, ed. Noelia López Souto, nella Biblioteca Bodoni [<http://522979.jduqw4qv.asia/it/lettera/1800-02-27-bodoni-azara> Richiesta: 04/dic/2024].
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