1781 05 24 AZARA BODONI

Roma, 24 de mayo de 1781.

De José Nicolás de Azara [Roma] a Giambattista Bodoni [Parma].

Azara lamenta el catarro que padece Bodoni y le advierte que debe cuidar su salud para poder llevar a cabo sus proyectos. Le devuelve corregidas las pruebas de las Memorie degli architetti y prevé que la edición en la Stamperia de la Orazione funebre in morte dell'augustissima Imperatrice Maria Teresa de Turchi resultará un buen libro.

Roma, 24 maggio 1781.

Amico e padrone stimatissimo,

Ricevo la di Lei lettera dei^a 19 del corrente e me rincresce molto l’incommo[do] flusionale che Lei patisce. Molte di queste cose provengono da una forzata applicazione, perché quando la faticha eccede la forza de la fibra li fa perdere la sua elasticità e non puol ritornare facilmente al suo stato naturale. Voglio dir con questo che, si Lei vuol fare cose belle, bisogna che abbia^b una bella salute e, per averla, è necessaria l’economia della faticha.

Rimando i fogli corretti di Milizia.

L’orazione del Padre Turcchi sarà ben stampata e servirà come altre mille simili composizioni di un’eccellente refriggeria^c all’anima di Maria Teresa, la di cui memoria non variarà nel mondo che che che che [sic] ne possano predicar cento Turcchi.

La ringrazio della notizia dei giornalisti di Bologna. È cosa estrana che essendone li autori gesuiti parlino un linguaggio diferente dai gesuiti di Roma. Il meglio che potrano fare sarà di copiare ciò chi gli somministrarà il Conte Rezonico. Altrimenti ho paura che a Bologna non se ne capisca una maledetta del’ide[e] di Mengs.

Il piego per l’Abate Amaduzzi [è] stato consegnato.

Disidero a Lei miglior salute e resto sempre Suo vero^d amico e servitore,

Azara.

^a Había escrito di y corrige.     ^b Había empezado a escribir h y corrige.     ^c Había escrito rifriggerio y corrige.     ^d Había escrito bero y corrige.