1799 10 12 BODONI AZARA

S. l. [Parma], 12 de octubre de 1799. De Giambattista Bodoni [Parma] a José Nicolás de Azara [París].

Bodoni comunica a Azara la salida de Valdeparaíso de Parma hacia Madrid y elogia la profesionalidad de este durante su ministerio en el Ducado. Informa, además, que también regresa con él a España su secretario Andrés Franco. Se alegra de la intención de Azara de volver a Italia tras su deposición como embajador en París y aprueba que, en tanto, se transfiera a Barcelona para pasar el invierno en un clima templado. Por último, manifiesta cuánto estima su amistad.

12 ottobre 1799^a.

Ritoma al patrio Mancanares [sic] Sua Eccellenza il Signor Conte Valdeparaíso, che ha lodevolmente sostenuto con magnificenza e dignità grande per quasi due lustri la carica di Ministro Plenipotenciario di Sua Maestà Cattolica presso questa Reale Corte. Nello abbandonare questo or’ sereno or’ nubiloso cielo parmense, egli lascia presso tutti i ceti più rispettabili e distinti, e presso tutte le oneste persone un vivo e sincero desiderio di sé, non solo pel suo cuore generoso ed umano, pel suo tratto cortese e sincero, ma altresì per la prudenza, rettitudine e probità somma con cui ha saputo disimpegnare in tempi difficilissimi le molte e varie incumbenze del suo operoso Ministero.

Fra la poca gente che egli porta seco in Ispagna, trovasi l’onesto e colto aragonese Don Andrea Franco, Segretario della Legazione, che me ha sempre onorato egualmente che il suo principale di una benevolenza cordiale ed ingenua. Egli conosce assai bene la cronica scandalosa del paese che ha abitato e sa tutte le cabale ed i raggiri adoperati ne’ scorsi infaustissimi tempi per nuocere alle persone probe ed onorate^b;e potrà dirgli a viva voce quanto per ora non posso né debbo vergare sulla carta. A lui dunque mi riporto, sicuro che non adombrerà in menoma parte la santa verità, per cui mostrossi in ogni circostanza impavido e zelante difensore.

Anche Vostra Eccellenza lascia finalmente le rive della torbida Senna per far ritorno all’aureo Tago, sciolto e libero da qualunque diplomatico legame, e solo padrone di sé medesimo. Per lungo volger d’anni io so ch’Ella ha quant’altri mai ripiena la mente e il petto di verace e solida filosofia, e perciò mi astengo dallo adoperare consolanti parole ond’encomiare il preso partito. Ed attenderò con avida impazienza che nella ventura estate Ella ritorni fra noi, come mi fa sperare nella arcicarissima Sua del 2 dello scaduto settembre, per dirgli poi a viva voce quanto internamente gioisco che sia determinata di rivedere l’aflitta e desolata nostra Italia; e già ho fissata di volerLa accompagnare, se Dio mi serbe in vita, sino alla città di Quirino ed alla villa di Mecenate e di Orazio.

Sento dalla predetta Sua che ha in pensiere di passare la stagion iemale in Barcellona e lodo la presa risoluzione perché tutti mi dicono essere quel clima molto temperato e salubre, e perciò più analogo e confacente alla di Lei salute che quello umido e freddo di Parigi.

Sull’ara sacrosanta dell’amicizia ho io giurato di essere a Lei ligio e devoto sin oltre alla tomba; né sarò mai fedifrago per volger d’anni o variar di vicende.

Mi conservi la Sua benevolenza. E la sola grazia che imploro dal cortese Suo animo si è di non privarmi delle graditissime Sue nuove e di consolarmi a quando a quando coi pregiati Suoi caratteri, che stimo sopra l’oro e qualunque più prezioso gioiello. Valetudinem tuam cura diligenter et me, quod facis, ama.

[G. B. Bodoni].

^a Antes de la fecha anota el destinatario: Azara     ^b onorate añadido entre líneas sobre alla [corregido sobre dovere] cancelado.