1781 01 04 AZARA BODONI

Summary

Roma, 4 de enero de 1781.

De José Nicolás de Azara [Roma] a Giambattista Bodoni [Parma].

Azara consuela a Bodoni por su situación y falta de reconocimiento en Parma. Niega que Magallón le haya informado sobre el proyecto de unas Obras de Mengs in fol. y en español, proyecto que, además, rechaza. Devuelve a Bodoni el Prospectus de souscription pour l'édition de Kehl des Œuvres de Voltaire, adjunta una carta de Milizia y niega haber recibido nuevas copias de las Opere de Mengs.

Transcription

Roma, 4 gennaro 81.

Amico e padrone mio stimatissimo,

Quest’anno pare che la maledizione sia caduta sui corrieri. Nessuno arriva senza un ritardo di quatro e di cinque giorni. Così ricevetti la lettera di Vostra Illustrissima de 25 dicembre.

Mi rincresce infinito lo stato in cui Lei si trova, dovendo soffrire dalla ignoranza di chi dovrebbe conoscere il Suo merito e dalla impertinenza dei loro subalterni. Come conosco a fondo codesto paese, niente meraviglia se non che non ne facianno di più. Lei si armi della Sua costanza heroica e si consoli colla certezza di che fuori dei muri di Parma non c’è chi non gli renda la giustizia che si merita e che dopo il libro di Mengs non acclami Bodoni per il primo stampatore del’Europa e per onore dell’Italia. Lei creda che non L’adulo perché non è questo il mio difetto.

Niente mi ha scritto Magallón del proggeto della stampa grande del Mengs in spagnuolo e, a dire il vero, non l’approvo. In caso di intraprendere questa magnificenza, comverrebbe farla in italiano, perché com’è diretta a fare spicare la stampa più che l’opera, giaché per questo 50 né 100 copie non bastanno, la lingua spagnuola non è aproposito, poiché restarebbe confinata nei limiti dei Pirinei, dove non è certo generale il buon gusto. Faciamoci a parlare chiaro: l’italiano la farebbe subito conoscere per tutta l’Europa, oltre di che i miei arabi di Madrid puotrebbero interpretare questa stampa per un ripico. Per mortificarli basta ciò che si è fatto. In caso che Lei volesse fare questa impressa, io darei una ripulita all’opera, levando molte cose che non mi piaciono, aggiungendone delle altre che vi mancanno.

Firmian avrà risposto a Lei poiché a me mi ha scritto una lettera piena di gentilezza per me e di lodi all Signore Bodoni.

Restituisco la lettera di Villahermosa, del quale sono ben sicuro di che ha gradito il regalo. Restituisco altresì il prospetto volteriano, nel quale non mi cintrigherò perché conosco troppo al Signore di Bonmarchais.

Milizia scrive a Lei l’annessa lettera, mandando varie aggiunte per il suo libro. Per non fare degli sbagli, forse comverrebbe che Lei mandase i fogli prima di tirarli, giaché Milizia scrive male, quanto me.

Degli essemplari che Lei manda qui, non se ne sa nuova. Sono aspettati con impazienza e sono altresì sicuro di che saranno essitatti in un momento.

Monsignore Fabroni mi ha scritto, senza conoscermi, ringraziandomi di avere registrato il suo nome fra le opere di Mengs e domandandomene un essemplare. Glielo mando oggi, ma, quando vedrà la trista figura che vi fa, non so quanto ne resterà contento. Il mondo vedrà che ha imposturato un poco, suponendo nella sua dissertazione che Mengs approvava i suoi sogni sulla Niobe, quando sono contradetti formalmente. Tutti i toscani sono malmenati da Mengs e da me, onde mi aspetto i loro sarcasmi.

Non mi posso dilungare di più. Sa Lei che sono Suo vero amico,

Azara.

Questi incisori di rami mi hano pregato di sapre se nelle cartiere di Parma si puotrebbe fabricare la carta di cui accludo la mostra colle grandeze della misura dei fili; ed in caso di sì, quale sarebbe il prezzo al piede della fabrica. La mostra è delle cartiere di Basilea. Mi facia Lei il piacere di raguagliarmi su tutto ciò che concerne questa materia.

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