1780 06 08 AZARA BODONI

Roma, 8 de junio de 1780.

De José Nicolás de Azara [Roma] a Giambattista Bodoni [Parma].

Azara agradece a Bodoni el envío de la edición de Teócrito de Pagnini y la elogia, aunque considera que la letra griega no debería ser tan fina porque cansa la vista. Indica también que toda la materia enviada a Parma, hasta la carta a Fabroni, puede incluirse en el primer tomo de las Opere de Mengs, pues queda suficiente para el segundo, en el que irá el índice.

Roma, 8 giugno 1780.

Amico padrone stimatissimo,

Al mio ritorno in^a Roma ho trobato il Teogrito che Lei mi ha favorito. È ozioso che Lo [sic] ringrazie di questo nuovo favore perché chi sta in posesso di questo non debe rengraziare con parole inutili, se non coi fatti, e questi non gli ho come desiderarei^b.

Per quel che riguarda l’edizione, non puol essere più bella. Solamente ardirei di dire che vorrei ch’il greco fosse un poco meno sotile, perché al occhio mio almeno fa meglio il profilo un poco più grosso. Ma sono un scioco di parlare a Lei di queste cose.

Rimando le solite probe e mi pare che si puol mettere in questo primo tomo tutta la materia che mandai, cioè fino alla lettera a Monsignor Fabroni, perché mi pare che abremo materia sufficente^c anche per il secondo volume, contando che al fine di esso bisognerà mettere un po’ d’indice. In questo primo sarà necesario premettere una nota semplice dei^d tratati che contiene.

Non ho altro perché incomodare Vostra Signoria Illustrissima. E così, con tutta la stima, mi rasegno di Lei Suo buon^e amico e servitore,

Azara.

 ^a Había escrito en y corrige.     ^b Había escrito disiderarei y corrige.     ^c Antes de -ente cancela una letra que no puedo leer.     ^d Había escrito di y corrige.     ^e Había escrito bueno y corrige.