1802 07 19 AZARA BODONI
Resumen
París, 19 de julio de 1802.
De José Nicolás de Azara [París] a Giambattista Bodoni [Parma].
Azara escribe a Bodoni aprovechando el regreso a Italia de Rosaspina, consagrado en Francia como grabador y con el que dice haber conversado sobre los amigos de Parma, lugar al que desea volver algún día, aunque su esperanza oscila diariamente. Refiere al amigo el equívoco sucedido con la caja de libros para Giuseppe Bonaparte, error sobre el que le advirtió Schizzati una vez que ya la caja había sido entregada a Talleyrand. Azara critica la pobreza del escenario literario parisino, en el que denuncia la falta de autores clásicos, y declara que el cultivo de las ciencias se privilegia frente al de las artes. Asimismo, confiesa su cansancio hacia el mundo de la política y envía saludos para el matrimonio Bodoni.
Transcripción
Paris, 19 lulio 1802.
Amico mio carissimo,
Il bravo nostro Rosaspina ritorna in Italia dopo essersi fatto onore in questo paese, che ha dovuto confessare il suo merito anche in una professione nella quale credono loro di avere il primato. Abbiamo parlato di Lei molte volte, ma non consola del tutto parlare degli amici con cui si vorrebbe vivere. In me nasce e muore quasi ogni giorno la speranza di fare il viaggio d’Italia, ma verrà finalmente il giorno che lo verificherò.
È successo uno sbaglio curiosso coi libri che Lei mandava a Giuseppe Bonaparte e che vennero diretti a me. Mi avea scritto il Conte Schizzati che rimetteva una cassa di libri alla mia direzione per Monsieur de Talleyrand. Venne dunque questa senza altro indirizzo ed io, credendo di buona fede ch’era quella per il Ministro, gliela mandai e lui se la presse, nonostante che a drittura avea avuti i libri che il Signore Infante gli regalava. Questi dunque erano quelli che Lei mandava a Giuseppe; e Schizzati è stato quello che mi [h]a avvertito dello sbaglio.
Qui non si parla di belle lettere né di autori clasici; e, se per caso se ne parla, è per dire dei spropositi e per disprezzarli, perché non sono nati francesi né parlano la loro lingua. Io ho una magnifica biblioteca a mia disposizione, affitata colla casa, nella quale c’è tutto ciò che la Francia ha prodotto di più bello in edizioni; ma non c’è né manco uno in latino né in altra lingua che la loro. Se poi vogliamo parlare di pittura, architetura, ecc., bisogna scordarsi uno di quanto sa ed ha veduto, e stare cito. Le scienze naturali però sono cultivate in una maniera sorprendente.
Non parlo a Lei delle cose politiche, perché poco devono interessarlo e perché a me sono arrivate a fastidiarmi a segno che non posso spiegarlo. Il giorno che potrò abbandonarle affato sarà il più felice di mia vita.
Desidero che Lei e la consorte si mantengano bene di salute. La mia ha sofferto bastante nei mesi scorsi, ma, grazie al cielo, mi sento perfettamente rimesso.
Sono sempre di Lei affettissimo amico,
Azaraa.
a A pie de página anota el destinatario: Signore Bodoni
Notas al texto
Datos documentales y bibliográficos
- Ubicación
Parma, BP, Archivio Bodoni, Lettere ricevute, C. 29, 135.
- Descripción
Pliego de 2 h. de 240 × 190 mm. Autógrafa.
-
Edición
Noelia López Souto
- Otras ediciones
Ciavarella 1979, II, 179.
-
Otra bibliografía citada Gimeno Puyol 2010; Petrucci 1936; Preti 2004; Vallardi 2001-2002; - ©
Biblioteca Bodoni, Biblioteca Palatina di Parma (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo) & Noelia López Souto
-
Cita
Carta de José Nicolás de Azara a Giambattista Bodoni de 1802-07-19, ed. Noelia López Souto, en Biblioteca Bodoni [<http://522979.jduqw4qv.asia/carta/1802-07-19-azara-bodoni?id=809> Consulta: 11/12/2024].Citar este documento