1783 04 24 AZARA BODONI

Sommario

Roma, 24 de abril de 1783.

De José Nicolás de Azara [Roma] a Giambattista Bodoni [Parma].

Azara lamenta el achaque de salud de Bodoni y los abusos que sufre por parte del gobierno de Parma. Elogia la muestra del Anacreonte griego y aconseja un cambio de título, conforme a la tradición del texto. Por último, saluda a Paciaudi, ya recuperado de salud.

Transcrizione

Roma, 24 aprile 83.

Amico mio stimatissimo,

Arriva il corriere e apena ho tempo per leggere le mie lettere e, per conseguenza, molto meno per contestarle. Mi rincresce infinito l’incommodo che Lei soffriva e desidero che se ne sia liberato intieramente. Egualmente mi rincrescono i disgusti che Lei è obbligatto a disimulare e che vengono dalla parte de ministri sciochi e maligni. Resta però la speranza di vedere un giorno spezzate tali cattene.

Ho veduto con gran piacere la mostra del Anacreonte greco, che veramente è un capo d’opera di nitidezza ed eleganza tipografica. Se Lei ha risoluto stampare quest’opera così, vorrei che riffletesse al titolo che Lei adopra, che non mi pare giusto o, almeno, non è quello che è ricevuto comunemente, poiché queste poesie sono intitolate ΜΕΛΗ e non ΩΔΑΙ; e, benché piccola, c’è qualche differenza fra queste due voci. Oltre di ciò, Lei ommette l’adiettivo de la patria, che nessun altro ha ommesso. Lei sa che il primo a pubblicare queste poesie fu il grande Henrico Stefano e la prima sua edizione del 1554, che ho io, mi pare ancora oggi la meglio di tutti i versi. Lascio a parte la questione de se queste poesie sono o non sono di Anacreonte, sopra di che tanto si è parlato, ed io potrei ancora dire il mio picolo sentimento. Dico solamente che tutti hano copiato il titolo che gl’impose Henrico Stefano; cioè ΑΝΑΚΡΕΟΝΤΟΣ ΤΗΙΟΥ ΜΕΛΗ. Il Barnes unicamente vi ha aggiunto il titolo del manoscritto vaticano Ενμποσιακα ημί ιάμβα, su di che disserta assai il Pauw. Lei naturalmente avrà avute delle raggioni per avere addotatto il titolo che ha scielto ed io non contrasterò sopra di ciò, rimetendomi intieramente al Suo parere e lasciando di parlare di cose che per mia disgrazia non posso coltivare.

Lei non ha bisogno di tanti complimenti come usa con me. Tutto quello che mi sarà consegnato per Lei avrà la Sua direzione, sia cartapecora o qualsisia altra cosa; e del resto che occorra, Lei non ha da fare altro che avvisarmelo.

Godo infinito di sapere che il nostro Paciaudi si sia rimesso e gli desidero la più compita salute, abbraciandolo di cuore.

Rimando le prove corrette da me.

E resto sempre di Lei Suo buon amico e servitore,

Azara.

Note al testo

Dati documentali e bibliografici

  • Ubicazione

    Parma, Biblioteca Palatina, Archivio Bodoni, Lettere ricevute, C. 28, 118.

  • Descrizione

    Pliego de 2 h. de c. 240 × 180 mm. Autógrafa.

  • Edizione

    Noelia López Souto

  • Altre edizioni

    Ciavarella 1979, I, 81.

  • Altra bibliografia citata Anakréon 1554; Anakréon 1784; Barnes 1705; Paw 1753;
  • Citazione
    Lettera da José Nicolás de Azara a Giambattista Bodoni del 1783-04-24, ed. Noelia López Souto, nella Biblioteca Bodoni [<http://522979.jduqw4qv.asia/it/lettera/1783-04-24-azara-bodoni> Richiesta: 01/dic/2024].
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